Dopo aver censito centinaia di risorse artistiche, antropologiche, archeologiche, storiche, religiose e paesaggistiche, il progetto per la costruzione dell’Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros si dedica alla mappatura delle culture gastronomiche presenti nel territorio.
Partendo dall’area di Tor Pignattara – in cui il progetto sta prototipando il modello scientifico di censimento, mappatura e fruizione – si intende costruire il paesaggio della cultura gastronomica dell’Ecomuseo che appare come uno dei più densi e ricchi nel panorama romano e forse italiano.
La caratteristica peculiare, oltre alla quantità, è la presenza di una spiccata propensione regionalistica che abbraccia sia la cultura italiana sia quella cinese, bengalese, indiana, peruviana etc. Questa varietà comporta la necessità di ridefinire le categorie classiche, abbandonando l’idea di una cucina di stato, e introducendo invece il concetto di culture gastronomiche regionali dal mondo. Procedendo dai confini nazionali a quelli globali, infatti, riscontriamo un complesso palinsesto culinario che passa dalla cucina regionale nostrana (calabrese, molisana, abruzzese, pugliese e romana) alla cucina regionale delle altre comunità (cucina cinese della regione del Zhejiang Sheng, cucina indiana della regione del Rājasthān, cucina bengalese della regione di Dhaka etc). Niente di più globale e niente di più locale. Ogni ristorante, pizzeria, gastronomia diventa la porta d’accesso per un viaggio nelle culture gastronomica regionale del mondo, rompendo il pregiudizio che vede nella cucina non italiana un monolite compatto, senza variazioni significative, standardizzato e standardizzante.
LA MAPPA DI COMUNITÀ DELLE RISORSE CULTURALI ENOGASTRONOMICHE