Roghi nel pratone di via Maddaloni: solo un caso?

Roghi nel pratone di via Maddaloni: solo un caso?
Foto dalla pagina facebook di Viavai

I recenti roghi avvenuti nel cosiddetto “pratone di Via Maddaloni” riportano al centro del dibattito la questione della tutela delle aree verdi private del nostro Municipio e la responsabilità delle proprietà nella loro cura e manutenzione.

Circa tre anni fa, proprio alla luce della cronica incapacità dei grandi gruppi immobiliari di gestire l’ordinaria manutenzione, chiedemmo l’esproprio delle aree. Un atto necessario, per porre le aree in diretto controllo dell’Amministrazione e finalizzato a creare un sistema di verde pubblico, per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e la salvaguardia dell’immenso patrimonio storico, culturale e paesaggistico che le aree custodiscono.

Qualche settimana fa – con il medesimo spirito – abbiamo presentato al Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica il piano di assetto dell’Ecomuseo Casilino, che prevedeva (coerentemente al complesso della vincolistica esistente) la creazione di un sistema di parchi pubblici collegati da percorsi ciclopedonali che dessero conto degli aspetti archeologici, paesaggistici, storici, ambientali dei luoghi. Un piano generale a cui poi far seguire specifici interventi di progettazione sulle singole aree, in modo da creare un sistema complesso che puntasse sull’economia circolare, l’agricoltura urbana, il turismo sostenibile, la ricerca e il generale miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini.

Riscontrammo un generale favore da parte dello staff del Dipartimento, ma ancora ad oggi stiamo attendendo sia di essere convocati ai tavoli di progettazione previsti, sia di conoscere l’esito della valutazione generale dell’Assessore. Si era parlato di un documento di indirizzo generale da produrre rapidamente per poi passare, con i dovuti approfondimenti, a un’approvazione d’aula. Tutto condivisibile. Il problema è che come sempre ci si mette troppo tempo e puntualmente arrivano i problemi. Che oggi sono, appunto, i roghi. Guarda caso proprio quando sembra possibile portare finalmente a casa una pianificazione urbanistica che valorizza il verde pubblico e non lo tratti come merce di scambio in partite di potere e/o economiche.

Proprio in ragione di questi eventi, nei quali fatichiamo a non vedere un intento doloso, sarebbe utile procedere quanto prima all’approvazione del piano. Proprio per dare un chiaro assetto all’area, mettendo in chiaro che non c’è spazio per nuove edificazioni né compensazioni. Un modo questo per mettere a nudo gli intenti dei proprietari, scremando tra chi ha solo appetiti speculativi (di cui facciamo volentieri a meno e delle cui aree sarebbe opportuno l’esproprio per pubblica utilità) e chi invece ha la forza di vedere nel verde, nella cultura, nella salvaguardia una prospettiva di sviluppo possibile.

Per approfondire il piano d’assetto dell’Ecomuseo Casilino.

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