A lato del monumento ai caduti della prima guerra mondiale chiamato popolarmente “Il Cannone”, si trova una epigrafe di marmo che riporta 26 nominativi di giovani soldati, morti durante la grande guerra. Nel 2018 il monumento è stato oggetto di un progetto di restauro, finanziato dal Comitato di Quartiere di Tor Pignattara, grazie al contributo del 5×1000.
Per consentire il restauro è stato necessario avviare un progetto di ricerca e di studio sul manufatto e, in quell’occasione, l’Ecomuseo Casilino “Ad Duas Lauros” si è offerto di farsi promotore e coordinatore dell’attività di ricerca inserendolo nel programma dei progetti “Inciampi nella Memoria”, che ha l’obiettivo di promuovere e coordinare progetti di ricerca e di studio della storia del ‘900 dei quartieri appartenenti al Comprensorio Archeologico Ad Duas Lauros.
La ricerca, condotta da Stefania Ficacci Greca Campus e Vega Guerrieri, ha così ricostruito le vicende che portarono alla costruzione del monumento, frutto di una sottoscrizione di fondi che coinvolse tutta la comunità del quartiere di Tor Pignattara e Marranella e promossa dalla parrocchia dei Santi Marcellino e Pietro “Ad Duas Lauros”. La scultura in bronzo, probabilmente creata dall’artista Getulio Pennesi – anche autore degli affreschi nella chiesa parrocchiale di via Casilina – fu arricchita da alcuni reperti archeologici donati dalla Sovrintendenza Capitolina e appartenenti all’area archeologica dell’antica basilica cimiteriale Costantiniana e di cui era parte integrante il Mausoleo di Sant’Elena.
La ricerca del 2018 – che è coincisa con gli eventi legati alla celebrazione del Centenario della fine della prima guerra mondiale organizzati in tutta Europa – ha voluto ricostruire le storie di vita legate a quei 26 nomi scolpiti nella lastra di marmo che si trova al lato della piccola collina di tufo, che sorregge una colonna di marmo spezzata.
Tuttavia la ricerca non ha potuto rintracciare i dati anagrafici completi per molti di questi soldati. Si tratta molto probabilmente di giovani soldati semplici, molti di loro originari di comuni laziali, umbri e marchigiani, le regioni di provenienza della maggioranza dei primi abitanti di Tor Pignattara e del Quadraro. Il monumento quindi sembrerebbe voluto dai familiari dei soldati caduti, ma non è dato sapere se questi giovani abbiano mai abitato in questi quartieri.
Dalla ricerca è comunque nato il percorso on line dedicato a “I luoghi della grande guerra”, che ricostruisce la mappa della toponomastica del quartiere fra Tor Pignattara e l’aeroporto di Centocelle. Abbiamo così ricostruito le storie legate ai nomi delle vie che uniscono Tor Pignattara all’aeroporto di Centocelle e “scoperto” un piccolo quartiere segreto, voluto dal Comune di Roma nel 1926 e dedicato agli Eroi del volo.
Il progetto di ricerca sembrava concludersi così. Invece lo scorso anno, grazie ai finanziamenti europei dedicati ai progetti sulla prima guerra mondiale, il ministero dei beni culturali ha selezionato quello presentato dall’Ecomuseo Casilino, promuovendo la realizzazione di un nuovo intervento di restauro e consolidamento del monumento e finanziando una ricerca che porterà all’implementazione delle risorse multimediali del percorso virtuale, alla realizzazione di laboratori e percorsi didattici rivolti alle scuole e alla realizzazione di un documentario sul quartiere degli eroi e sull’aeroporto di Centocelle.
Ma per portare a termine questo progetto abbiamo bisogno del contributo di tutti, perchè vorremmo portare a termine la ricostruzione delle vite dei 26 soldati ricordati dall’epigrafe in marmo.
Per questo riportiamo qui di seguito l’elenco dei nomi dei soldati e le poche informazioni che siamo riusciti a raccogliere in questi anni di lavoro, sperando di trovare familiari o appassionati che possano fornirci altre informazioni. Sicuramente alcuni nomi, nel corso del tempo, hanno subito dei restauri che hanno generato errori di trascrizione. Per altri soldati non abbiamo certezza dei dati anagrafici, perché nelle fonti consultate risultano omonimie che non consentono l’identificazione corretta.
Per questo abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Di loro sappiamo questo:
Romani di nascita sono certamente i fanti:
- Vincenzo Bellucci (muratore decorato con la croce di guerra, nato il 24 dicembre del 1895 e morto per ferite da combattimento il 19 ottobre 1915);
- Giuseppe Perticari (bracciante, nato il 4 marzo 1888 il 28 novembre 1915 presso Monte Boschini in provincia di Vicenza);
- Armando Pesciarelli (droghiere, nato l’8 ottobre del 1898 e morto per malattia in un campo di prigionia tedesco il 4 aprile 1918);
- Umberto (Alberto) Becchetti (contadino, nato il 14 maggio 1894 e morto a Cormons per enterite il 17 novembre 1915);
- Giuseppe Arvedi o Arveti (fabbricante di briglie, nato nel 1879 e morto a Bologna per malattia il 15 luglio 1917);
- Massin (Masini o Masin) Lorenzo (muratore, nato il 9 agosto 1890 e morto il 16 luglio 1915 in provincia di Belluno);
- Gionni Carmine, caporal maggiore, (senza professione, nato il 13 luglio 1887 e morto presso la Dolina Aosta Faiti il 17 settembre 1917).
Di Giuseppe Rossi è molto difficile individuarne i dati biografici. Un soldato e un caporale di fanteria, entrambi romani, potrebbero essere i nominativi maggiormente accreditabili.
Dalla provincia di Roma, in particolare dalle campagne dei paesi lungo la via Casilina ma comunque residenti nella Capitale, provengono invece:
- il ferroviere caporale Amadio Proietti Marianelli (nato a Poli il 14 agosto 1893 e morto il 26 settembre 1917 per le ustioni riportate in battaglia)
- il fante calzolaio Angelo Giovannetti (nato a Capranica Prenestina il 23 agosto 1885 e morto il 19 settembre 1916 presso l’ospedale di Treviso);
- il fante mugnaio Cesare Masci (nato a Palestrina il 7 giugno 1887 e morto il 18 febbraio 1917 in una dolina non specificata).
Seguono i laziali non residenti:
- il bersagliere Giovanni Piergentili (indicato come Piergentili), bersagliere, (nato a Sacrofano il 6 gennaio 1886 e morto a Timau [UD] il 2 maggio 1916)
- il giovanissimo bersagliere Natale Dattilia (nato a Genazzano il 29 marzo 1899 e morto il 1° febbraio 1918 per le ferite riportate in combattimento): è uno dei ragazzi del ’99, la leva dei giovanissimi chiamati nel 1917 a soli diciotto anni compiuti.
Dalla Ciociaria provenivano invece
- il fante Rocco Colafrancesco (contadino, nato a Ceprano il 15 dicembre 1894 e morto sul Monte Podgora il 29 ottobre 1915)
- il bersagliere, residente a Roma, Palmiro Recchia (nato a Valmontone il 28 marzo 1896 e morto sull’altopiano di Asiago, presso Roccolo d’Astoni, il 17 giugno 1916).
Della provincia di Viterbo sono invece originari:
- il fante Augusto Gentili (nato a Bagnoregio il 4 settembre 1883 e morto sul Monte Spil sull’altopiano di Asiago il 3 ottobre 1916)
- il fante infermiere Giuseppe Lucciola (nato a Capranica il 19 marzo 1890 e deceduto per malattia in un ospedale militare a Roma, il 16 maggio 1917).
A seguire i restanti soldati provengono dalle regioni limitrofe.
Ci sono gli abruzzesi
- Antonio Pesce (soldato mitragliere nato a Sulmona il 5 marzo 1879, deceduto il 22 luglio 1917), il fante contadino, residente a Roma
- Michele Tozzi (nato il 29 settembre 1896 a Roccadi Botte e morto sull’altopiano di Asiago l’11 luglio 1916) e contadino bersagliere umbro, trasferito a Roma
- Anastasio Raffaelli (nato a Castel Viscardo il 21 aprile 1896 e travolto da una valanga sul monte Colbricon in Trentino il 13 dicembre 1916).
Infine, il gruppo più consistente, è quello originario dei paesi della regione Marche. Residenti a Roma, erano però nati a Cagli [PU] il soldato decorato con la Croce di guerra Eugenio Agostini (1887- Zagora 1916) e forse Luigi Pierotti (1887-1915); a Pieve Torina [MC] erano nati i fratelli Falchetti Barnaba (1891-1916) e Venanzio (1888-1916) – quest’ultimo residente a Roma – morti in combattimento a 15 giorni di distanza; il giardiniere divenuto soldato bombardiere Giulio Luzzi (o Luzi) di Fermo (1887-1916); Giuseppe Quadrini (o Quatrini), originario di Apiro [MC] soldato di fanteria, del reparto zappatori, morto sul Monte Grappa, che a Roma viveva facendo il muratore.
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