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Indirizzo
Via Luchino dal Verme, 50, 00176 Roma RM
GPS
41.888687995493, 12.537970122645
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Origini della parrocchia
La parrocchia è stata eretta il 2 gennaio 1956 con il decreto del Cardinale Clemente Micara “Neminem sane latet” ed affidata al clero diocesano di Roma. La chiesa parrocchiale è stata inaugurata da S.E. Mons. Luigi Traglia, arcivescovo titolare di Cesarea di Palestina, Vicegerente di Roma, il 20 giugno 1957. Il territorio è stato desunto da quello delle parrocchie di S. Leone I, dei Santi Marcellino e Pietro ad Duas Lauros e di S. Elena. Il riconoscimento agli effetti civili è stato decretato il 22 gennaio 1955.
La proprietà Immobiliare è della Pont. Opera per la Preservazione della fede e la provvista di nuove Chiese in Roma.
Fonte web: https://www.diocesidiroma.it/phpenti/ente/?ID=140
Enti presenti nel territorio della Parrocchia
Istituto scolastico Sacro Cuore http://www.sacrocuoregiussano.it
Comunità delle Missionarie di Maria regina dei cuori https://mariareginadeicuori.it
Casa provincializia Sorelle della Misericordia http://www.istsorellemisericordia.it
Istituto scolastico comprensivo Via Dal Verme https://www.icviadalverme.edu.it
La Chiesa di San Luca Evangelista
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La parrocchia fu costruita tra il 1955 ed il 1958 su progetto degli architetti Lucio e Vincenzo Passarelli. La facciata in mattoni rossi, fiancheggiata da vetrate a tutta altezza e conclusa da un tetto a capanna, ospita al centro un altorilievo polimaterico in cemento armato e argilla smaltata di Angelo Biancini, largo 415 cm e lungo 500 cm. L’opera, eseguita nel 1963, è suddivisa in otto scene bibliche: Gesù nel Tempio, La tempesta sedata, I viaggi di Paolo, L’arresto di Gesù; la sua Condanna a morte, Il figliol prodigo, L’indemoniato di Gerasa, il Giovane ricco. L’autore dispone le scene con estrema libertà, conferendo ad ognuna uno spazio dalle dimensioni sempre diverse, e intervallando le une dalle altre con elementi geometrici e simbolici. Quasi al centro del pannello si vede la Madonna con il Bambino, nella classica iconografia dell’odigitria (colei che indica la strada), sulla cui sinistra, in ceramica smaltata, sono realizzati gli angeli che ricordano le due annunciazioni riguardanti le nascite di Gesù e di Giovanni il Battista, con cui inizia il vangelo di Luca. Sotto di loro San Paolo diffonde la buona novella. A destra, seduto San Luca, sopra il quale è collocato il bue, suo attributo canonico, in basso sono raffigurati l’agnello immolato, il pesce, la croce e una maschera greco-romana. L’edificio è affiancato da un campanile.
Varcato l’ingresso un atrio introduce alla chiesa inferiore di forma ellittica, ricavata dai lavori del 1996. Attraverso una rampa si raggiunge la chiesa superiore alta 15 metri, di forma rettangolare a tre navate divise da pilastri in cemento armato, che sorreggono le travi ondulate del soffitto. Entrambe le chiese hanno il pavimento lievemente scosceso verso l’altare. Il presbiterio è interamente rivestito di mosaici, che coprono circa 400mq, opera del sacerdote Giampiero Arabia. Sulla parete di fondo in alto la colomba dello Spirito Santo e Dio Padre creatore, al centro una croce su cui è appeso un Cristo in bronzo, affiancato dalla Madonna e da san Giovanni, nella zona sottostante Cristo Pantocrator e l’agnello mistico contenuti entro un tondo. Sulle pareti laterali si distende come un tendaggio, riferimento ai mosaici bizantini di S. Vitale di Ravenna, che unisce illusionisticamente i paesaggi che si intravedono da finte monofore e bifore e alludono al paradiso celeste, mentre ad un piano più basso è raffigurata una fonte, simbolo del battesimo, dalla quale si disseta la colomba dello Spirito Santo. Sulle pareti esterne a sinistra il tabernacolo, su cui sono raffigurati i pani e i pesci, a destra un’icona con la Vergine. La fronte dell’altare è decorata con l’albero della vita che allarga i suoi rami, a destra è posizionato il fonte battesimale ornato con un corso d’acqua nel quale nuotano pesci, a sinistra un ambone decorato con i simboli dei quattro evangelisti. Anche il sedile del celebrante, le parti interne delle scale, sono ricoperti di mosaici che riproducono oggetti liturgici o simboli come il pavone allusione alla vita eterna. Arabia dimostra di subire l’influsso dello stile liberty di Klimt, con le sue forme ondulate, i colori accesi, l’attenzione al dato naturalistico, ma anche agli antichi mosaici bizantini e paleocristiani. Altri santi sono raffigurati a mosaico all’altezza del transetto, e sulla destra è collocata una statua lignea di san Luca. Sulle pareti spiccano i pannelli con la Via Crucis in ceramica smaltata del Biancini, tra i quali sono appesi dei dipinti che, ricollegandosi al mosaico absidale, rappresentano i vari momenti della Creazione. Sulla parete di destra il Biancini ha lasciato una notevole Annunciazione, eseguita sempre con la stessa tecnica.
San Luca Evangelista
Di San Luca, l’autore del Terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli, parla San Paolo nella Lettera ai Colossesi definendolo “Luca, il caro medico”. Secondo lo storico Eusebio, era nato ad Antiochia di Siria ed era un Gentile: Paolo infatti, sempre nella Lettera ai Colossesi, parla dei suoi compagni e nomina prima “quelli venuti dalla circoncisione”, cioè gli Ebrei, senza includere Luca. Inoltre, nel suo Vangelo, Luca dimostra una particolare sensibilità riguardo all’evangelizzazione dei Gentili. È lui a raccontare la parabola del Buon Samaritano, è lui a citare l’apprezzamento di Gesù per la fede della vedova di Zarepta, di Naaman il Siro e del Samaritano lebbroso, l’unico che torna ad esprimere la sua gratitudine per essere stato guarito.
C’è in lui un’attenzione particolare per i poveri e per le vittime dell’ingiustizia, per i peccatori pentiti accolti dal perdono e dalla misericordia di Dio: è lui a raccontare di Lazzaro e del ricco Epulone, è lui a parlare del Figlio prodigo e del Padre misericordioso che lo accoglie a braccia aperte, è lui a descrivere la peccatrice perdonata che lava i piedi di Gesù con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli, è lui a citare le parole di Maria nel Magnificat quando ella proclama che Dio “ha rovesciato i potenti dai troni ed ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato i ricchi a mani vuote”.
Il rapporto particolare con Maria è l’altra caratteristica principale del Vangelo di Luca. Grazie a lui e, possiamo immaginare, grazie al racconto diretto che gli fece Maria, conosciamo le parole dell’Annunciazione, della Visita ad Elisabetta e del Magnificat, grazie a lui conosciamo i particolari della Presentazione al Tempio e il fine ritratto dell’angoscia di Maria e Giuseppe che non riescono a trovare il dodicenne Gesù. È probabilmente a questa sensibilità narrativa e descrittiva che si deve la tradizione, anche iconografica, che Luca fosse un pittore. Le notizie riguardanti la sua morte sono incerte: alcune fonti parlano del suo martirio, altre dicono che visse fino a tarda età; la tradizione più antica narra che morì in Beozia ad 84 anni dopo essersi stabilito in Grecia per scrivere il suo Vangelo.
Scheda (a cura di) Rita Randolfi, in collaborazione con Ecomuseo Casilino
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