Modi dell’abitare a Villa Certosa

Indirizzo

Via Bartolomeo Centogatti, Roma

GPS

41.879012407047, 12.536578833977


L’abitato di Villa Certosa nasce da una lottizzazione di vecchi terreni in passato coltivati a vigna e orti e di proprietà della famiglia Ojetti. Si trattava di abitazioni molto piccole disposte su una via principale e su alcune vie adiacenti costruite senza un piano regolatore da coloro che andarono ad abitarle (persone giunte come migranti prevalentemente dal centrosud nella prima metà del Novecento).

Queste case, che nel tempo si sono sempre più infittite rispetto alle aree verdi, erano formate, come vediamo in altri borghetti della zona, da un piano terra e più raramente un primo piano e da spazi esterni che servivano a soddisfare quelli che in passato erano i bisogni essenziali legati ad uno stile di vita che ancora risentiva di una forte vicinanza con la campagna (la coltivazione di piccoli orti, l’allevamento di animali da cortile, la presenza di lavatoi, ecc.). In particolare viene ricordata la presenza di orti privati (“era tutto un orto”), piccoli spazi verdi coltivati e in qualche caso con animali come maiali, sul retro o davanti le abitazioni che caratterizzavano varie abitazioni di via dei Savorgnan.

Fonte preziosa di alimentazione in periodi poco floridi della storia del quartiere, contribuivano a renderlo indipendente ed erano occasione, per chi li curava o semplicemente li possedeva, di offrire un aiuto agli altri abitanti: la presenza degli orti è descritta dunque anche come elemento di maggiore vivibilità del piccolo borgo, caratterizzato anche però, a lungo, da vie non asfaltate, a prevalenza terrosa. Infatti, nella percezione comune e in quella di molti degli abitanti stessi il borghetto, che a lungo fu privo dei servizi essenziali, era ritenuto zona degradata e povera. Oggi l’area appare ancora fortemente caratterizzata da un abitato spontaneo connotato dalla presenza di piccole abitazioni con spazi esterni che rivelano forme di vita sociale e di vicinato dense e comunitarie. Negli ultimi anni un processo di gentrificazione ha coinvolto il borghetto, che si è trasformato in un luogo i cui nuovi abitanti arrivano alla ricerca di un luogo che, riqualificatosi nel tempo, sembra garantire tranquillità e relazioni più umane più rispetto alla vita dei grandi condomini.

Anche i vecchi abitanti, in parte trasferiti altrove in case popolari di nuova costruzione, stanno riscoprendo la zona o aspirano a rientrare, memori di una modalità abitativa, e quindi di una vita sociale, più vivibile, solidale e familiare. Negli anni è stato avviato un processo di recupero della memoria da parte del locale Comitato di Quartiere con la collaborazione di alcuni anziani residenti.

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