Indirizzo
Ex aeroporto di Centocelle
GPS
41.8695928, 12.5591833
Mappa della risorsa
Aeroporto militare Francesco Baracca – Ex Campo di Aviazione di Centocelle
Lungo la via Casilina, entrando nel Parco Archeologico di Centocelle, si trova una pista di volo ancora visibile: è il campo di aviazione di Centocelle.
Qui, tra il 15 e il 26 aprile 1909 i fratelli Wilbur e Orville Wright, pionieri del volo, effettuarono una serie di voli dimostrativi del velivolo a motore prototipo Flyer presso un terreno incolto della campagna romana.
Agli inizi del ‘900, il terreno – esteso fra via Casilina, via della Botanica (l’odierna via Palmiro Togliatti), via dell’Aeroporto di Centocelle e via Papiria e di proprietà del principe Alessandro Torlonia – era stato preso in affitto dal Club Aviatori e dalla Brigata Specialisti, di fatto il primo nucleo della futura Regia Scuola di Aeronautica italiana. Del Club degli Aviatori facevano parte esponenti di spicco dell’aristocrazia e dell’alta finanza romana, come lo stesso principe Torlonia, il principe Filippo Doria e lo stesso conte Giulio Macchi di Cellere, artefice del viaggio in Italia dei Wright.
L’ingegner Giulio Macchi di Cellere – proprietario di una villa colonica lungo la via Casilina, demolita nella seconda parte del Novecento – agli inizi del secolo XX divenne un imprenditore di spicco nel panorama delle industrie pioneristiche del volo, dopo aver convertito la prima Società Anonima Fratelli Macchi (1905) per la costruzione di carrozzerie di automobili e ruotificio, in una moderna industria di aeroplani nel 1913 la Società Anonima Nieuport-Macchi, con sede a Varese, che si aggiudicò l’appalto per la costruzione di aerei per il corpo dell’Aeronautica della Repubblica francese.
Nel 1908 Wilbur Wright intanto era sbarcato in Europa per realizzare una serie di voli dimostrativi del modello Flyer III, prima in Francia, a Le Mans e poi a Pau, e poi in Italia. Proprio a Pau Wilbur Wright fu raggiunto da una delegazione del Club Aviatori, capeggiata dal maggiore dell’Esercito Maurizio Moris, che offrì all’inventore statunitense 50.000 lire, con cui gli italiani si aggiudicarono un Flyer e un corso di formazione per il tenente di vascello Mario Calderara (che sarebbe così divenuto, di lì a poco, il primo italiano munito di brevetto di volo).
Il 19 aprile 1909 il Flyer III dei fratelli Wright con a bordo Wilbur si alzava per la prima volta sui cieli di Centocelle. Nei giorni successivi con Wilbur Wright volarono l’ex presidente del Consiglio Sidney Sonnino, il principe Filippo Doria, l’ammiraglio Carlo Mirabello, anche alla presenza del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena. Ma è soprattutto il volo della contessa Mary Macchi di Cellere che deve destare maggiore interesse per la storia del Campo di Aviazione di Centocelle. Il viaggio di Wilbur Wright in Italia è stato infatti un capolavoro di marketing per l’imprenditore Giulio Macchi di Cellere, che può così proporsi al Regio esercito Italiano come unica industria in grado di costruire le nuove macchine volanti. L’immagine di Mary che siede sul Flyer III insieme a Wilbur Wright è una vera e propria icona pubblicitaria. Attorno all’incontro fra Wilbur e Mary nasce una leggenda. Alcuni infatti identificano erroneamente Mary come moglie dell’ambasciatore dell’Italia negli Stati Uniti Vincenzo Macchi di Cellere e quindi la legano a Wilbur perchè sua conterranea e artefice del viaggio in Italia. In realtà Mary Sophia Monkton non è statunitense, bensì irlandese ed era nata a Newbridge nel 1876 ed aveva sposato Giulio Macchi di Cellere nel 1900 e, con molta probabilità, conobbe Wilbur a Centocelle. Poco credibile è anche l’ipotesi che Wilbur soggiorni nella villa colonica dei conti Macchi di Cellere in via Casilina, poichè l’inventore era solito dormire nell’hangar accanto al suo aereo, ossessionato dall’idea di essere derubato. Ed è proprio nell’hangar allestito a Centocelle che Mary incontra Wilbur e gli offre di pranzare nella villa (invito che Wilbur sembrò accettare). In realtà la frequentazione fra Wilbur e Mary in quei giorni dell’aprile del 1909 è dovuta piuttosto alla lingua inglese che entrambi parlavano, seppur con accenti profondamente diversi.
Nel 1910 furono costruiti 7 hangar e inaugurata la Scuola militare di Centocelle, comandata da Mario Calderara, mentre proseguono le dimostrazioni di volo, questa volta tutte italiane. Il 22 maggio 1917 fu realizzato il primo esperimento di posta aerea italiana sulla linea Torino-Roma (le due capitali del Regno dei Savoia). Dal tenente Mario De Bernardi furono trasportati 200 chili di posta e 100 copie del quotidiano La Stampa in 4 ore e 3 minuti, arrivando a Centocelle alle 15:28.
Tre anni più tardi, nel 1920, dal Campo di Aviazione di Centocelle partirono il pilota Arturo Ferrarin e il motorista Gino Capannini, insieme ad altri 11 velivoli per l’impresa Roma-Tokyo, tutti scelti da Gabriele D’Annunzio che aveva ideato il raid, senza poi partecipare. Ferrarin e Capannini furono i soli a giungere Tokyo con il proprio aereo, dopo 112 ore di volo e numerosi scali.
Nasceva così il primo aeroporto d’Italia, intitolato, oggi, all’aviatore Francesco Baracca. Nel 1923, con la costituzione della Regia Aeronautica come Arma autonoma, la bandiera di guerra dell’Arma venne conservata presso l’aeroporto di Centocelle fino al 1931, quando venne inaugurato il Palazzo dell’Aeronautica nel quartiere Castro Pretorio. Nel 1926 l’aeroporto fu aperto ad uso civile. Durante la seconda guerra mondiale divenne bersaglio di numerosi bombardamenti, soprattutto per la presenza del Forte Casilino, ancora oggi presente nella zona militare di proprietà dell’attuale sede dell’aeroporto Francesco Baracca. L’aeroporto di Centocelle è oggi ad uso militare, sede del Comando della Squadra Aerea che soprintende alla operatività di tutti i reparti dell’Aeronautica Militare Italiana.
Filmati d’epoca
La scheda è stata aggiornata nel contesto delle attività del progetto E.P.ART Festival 2021