Targa a caduti di Porta Maggiore

Indirizzo

Via Casilina 205, Roma

GPS

41.887267484738, 12.526191167459

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Mappa della risorsa


Targa ai caduti del quartiere Prenestino – Porta Maggiore

In via Casilina 205, sulla facciata della chiesa parrocchiale di Sant’Elena, si trova una targa commemorativa dei soldati morti durante la Prima Guerra Mondiale, ricordati dal quartiere di Porta Maggiore, un’area molto estesa, che comprendeva i quartieri di Villa Fiorelli, le zone limitrofe all’Esquilino e il Prenestino (il toponimo Pigneto, agli inizi del Novecento, era praticamente sconosciuto. Il quartiere oltre Porta Maggiore era denominato genericamente Prenestino e non era definito nei suoi confini). La targa marmorea è decorata da rilievi in bronzo raffiguranti una corona d’alloro con nastri, al cui interno è raffigurata una croce. In basso compare un gladio con un elmetto. Sotto l’epigrafe:

Il Quartiere di Porta Maggiore, volle che religione e patria, qui ricordassero i suoi figli caduti per la grandezza d’Italia“.

Francesco Bonanni (1894-1917), nato a Segni, tenente del 14° Reggimento Bersaglieri. Foto: www.14-18.it

Il Circolo cattolico S. Tiburzio finanziò la realizzazione della targa (scultore Lavarone per la ditta Anellucci), scegliendo di apporla sulla facciata della chiesa di Sant’Elena, in mancanza di altro luogo pubblico idoneo.  La targa riporta 88 nomi di soldati. Solamente per 74 di questi è stato possibile reperire informazioni biografiche: una difficoltà dovuta in parte ad errori di trascrizione dei nomi sulla targa e in parte a carenze di materiali di consultazione.

31 soldati sono nati a Roma: sono impiegati comunali, braccianti, muratori, ferrovieri, come il più giovane di essi Guerrino Manini, arruolato come caporale nel 1° Reggimento granatieri di Sardegna e morto in un ospedale militare di Roma il 30 ottobre 1918 per malattia. 24 soldati sono di origine laziale: 10 sono residenti a Roma e fra questi il tenente del 14° Reggimento bersaglieri Francesco Bonanni, morto a Bertigo, sull’Altopiano di Asiago, il 26 novembre 1917 durante la prima battaglia del Piave, che consentì all’Esercito Italiano di attestarsi sulla linea del Monte Grappa dopo la sconfitta a Caporetto. Fra tutti gli altri soldati, nati tra Umbri,a Marche, Toscana, Abruzzo e Molise, ricordiamo alcuni in particolare, come il pilota aspirante ufficiale Arturo De Luca (nato nel 1895 a Sante Marie, L’Aquila), scomparso nel mare di Pola il 29 settembre 1917 e decorato al Valor Militare con 2 medaglie d’argento e 1 di bronzo. Romano era il sergente maggiore Umberto Broglia (nato nel 1891), appartenente al 5° reparto d’assalto, morto nella Battaglia di Vittorio Veneto il 28 ottobre 1918 e decorato al Valor Militare con una medaglia d’argento. E sempre romano era il fante Giovanni Callarà, che a 22 anni morì durante un assalto per andare a soccorrere alcuni compagni rimasti intrappolati nel filo spinato di una trincea e che fu decorato con una medaglia di bronzo per questo suo gesto di amicizia.

Pio Tortora (1890-1918), impiegato del Comune di Roma, soldato del 808° Reparto Mitraglieri FIAT, morto di tubercolosi nel campo di prigionia austriaco di Grodig, vicino Salisburgo. Foto: www.14-18.it

Strana sorte lega invece i 3 “ragazzi del ’99”, chiamati alle armi appena diciottenni. Nessuno dei tre muore sui campi di battaglia. Due di essi Cesare Damia e Guerrino Manini muoiono di malattia: il primo nell’ospedaletto da campo 226 il 19 gennaio 1918, l’altro sempre di malattia, ma a Roma il 30 ottobre dello stesso anno, quando a Vittorio Veneto infuria la battaglia per la vittoria finale. Giuseppe Bruni invece, il più giovane fra i tre, muore di malattia in un campo di internamento Austriaco, senza aver compiuto 19 anni, il 26 maggio 1918.