Indirizzo
via dei Lentuli 26 roma
GPS
41.8645707, 12.5467329
Mappa della risorsa
Gaetano Butera, Leonardo Butticè, Goffredo Romagnoli vennero sorpresi il 15 febbraio 1944 lungo la linea ferroviaria Roma-Cassino, all’altezza dell’aeroporto di Ciampino, mentre tagliavano i fili telefonici. Condotti a via Tasso, furono poi trasferiti nel carcere di Regina Coeli, da dove furono prelevati per essere uccisi alle Cave Ardeatine.
Gaetano Butera per le SS era un imbianchino, meglio ancora un decoratore, siciliano (era nato a Riesi, in provincia di Caltanissetta l’11 settembre 1924), trasferitosi con la famiglia a Roma, dove abitava con il padre (un ex impiegato statale condannato a 3 anni di reclusione con l’accusa di antifascismo) la madre, due sorelle e un nipotino, in via dei Quintili n°184. Durante la guerra fu arruolato nel 4° Reggimento carri di servizio a Roma, fino all’8 settembre 1943, quando entrò nelle Bande Armate del Lazio aderendo al Fronte Militare Clandestino (riconosciuto come partigiano del partito socialista italiano).
Leonardo Butticè era un caporale della Regia Aeronautica di servizio a Roma, nato a Siculiana (Ag) il 2 febbraio 1921. Leonardo prestava servizio presso l’aeroporto di Centocelle, dove conobbe Aida Romagnoli (sorella maggiore di Goffredo), una ragazza di 22 anni, impiegata in una lavanderia e sartoria nelle vicinanze dell’aeroporto. Fu così che Leonardo entrò nella famiglia Romagnoli, dove risiedeva al momento dell’arresto.
Goffredo Romagnoli aveva 4 anni meno di Leonardo. Dopo l’8 settembre era entrato in contatto con alcuni esponenti socialisti ed era entrato a far parte delle Brigate Matteotti, ottenendo un posto da ferroviere, che gli consentì di operare sulla linea Roma-Cassino.
Nei mesi dell’occupazione Goffredo Romagnoli aderì alla Banda Basilotta e con lui trascinò lo stesso futuro cognato Leonardo. Entrò quindi in contatto con gli altri membri della Banda presenti nel quartiere del Quadraro: il carrista Butera e Adolfo Bonfanti (quest’ultimo riuscì a fuggire il giorno della cattura, ma fu arrestato durante il rastrellamento del quartiere del 17 aprile 1944. Fuggito durante il viaggio in treno verso il campo di concentramento, si unì ad una formazione partigiana sull’appennino emiliano e fu ucciso in uno scontro con l’esercito tedesco il 14 ottobre del 1944), operando come sabotatori e comunicando le postazioni tedesche lungo le vie Appia e Tuscolana.
Gastone Gori era nato a Roma il 22 luglio 1913 e abitava in via dei Quintili 184 con la mamma Giovanna Turci, lavorando come muratore. Anche Gastone faceva parte della Banda Basilotta e il 15 febbraio si trovava insieme agli altri tre compagni nei pressi della linea ferroviaria Roma-Cassino nell’operazione di sabotaggio alle linee telefoniche. Come gli altri fu condotto prima a via Tasso e poi a Regina Coeli, per essere poi fucilato alle Fosse Ardeatine.