Patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale

Cartografia con l’individuazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale

Nel territorio dell’Ecomuseo Casilino sono presenti numerose evidenze archeologiche di età imperiale romana (I-III secolo), sia lungo l’asse viario delle due consolari (via Casilina e via Prenestina), sia nelle aree interne (Marranella, Certosa, Casilino, Vigne Alessandrine etc.). Per non parlare dell’immenso patrimonio custodito nell’area di Porta Maggiore. All’interno dell’area ecomuseale sono distinguibili almeno cinque parchi archeologici o caratterizzati da presenze archeologiche rilevanti:

Secondo il sito dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF), il territorio ecomuseale è anche attraversato da almeno due cammini della via Francigena del Sud. Dal punto di vista del patrimonio risalente all’epoca medievale, possiamo sicuramente annoverare le varie torri che svettavano nell’intorno della campagna romana (Tor de’ Schiavi, Torre di Centocelle o di San Giovanni, Torre del Quadraro etc.), nonché alcuni casali agricoli (basti pensare al Casale Rocchi in via Formia) e diversi rifacimenti presenti soprattutto nei monumenti più importanti (il Mausoleo di Sant’Elena, l’aula ottagonale di Villa Gordiani).

In epoca contemporanea, il territorio è stato il teatro della resistenza partigiana a Roma (in particolare nei quartieri di Tor Pignattara, Centocelle e Quadraro), mentre a cavallo tra le due guerre è stato approdo di migranti dal sud Italia e, più di recente, da tutto il mondo. Un processo di stratificazione sociale e che ha creato un caleidoscopio di culture locali e internazionali.

Più recentemente è diventato un centro d’eccellenza per gli amenti della street art, in quanto ospita tre musei a cielo aperto di arte pubblica: Pigneto, Quadraro e Tor Pignattara.

Coerentemente all’impostazione ecomuseale, il patrimonio culturale (di cui quello detto sopra è una sintesi estremamente parziale) è stato sottoposto all’implementazione, valutazione, censimento e riconoscimento da parte delle diverse comunità residenti. 

I laboratori partecipativi nei vari quartieri dell’Ecomuseo Casilino, hanno portato quindi a un processo di “riconoscimento del territorio” e di “patrimonializzazione partecipata”. All’interno di queste sessioni di co-progettazione dello spazio ecomuseale, sono stati individuati sette percorsi che consentono l’interpretazione, la narrazione e la fruizione della complessità del patrimonio territoriale. Ogni percorso presenta al suo interno ulteriori articolazioni, che raccolgono gruppi di risorse omogenee.