L’Ecomuseo Casilino è un’istituzione di comunità fondata per promuovere la salvaguardia di un vasto territorio urbano compreso tra Porta Maggiore a nord, via Tor de’ Schiavi a sud, via Prenestina ad est e via Tuscolana ad Ovest.
Ecomuseo
Origine
Nato nel 2012 come reazione a un tentativo di speculazione edilizia, l’Ecomuseo Casilino costituisce una risposta alternativa all’idea che i territori “fuori dal centro” siano spazi di risulta da cui predare risorse e marginalizzare in uno spazio liminare. Decine di associazioni e cittadini, coordinati dalla nascente Associazione per l’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros, promossero il blocco del progetto di valorizzazione immobiliare (il cosiddetto Piano Particolareggiato Casilino) e di sostituire quella proposta distruttiva con la costruzione del primo Ecomuseo urbano della città consolidata. Il processo di contrasto trovò grande interesse nella cittadinanza, che promosse sia un’attività di contrasto legale allo sviluppo del piano particolareggiato, sia un tavolo di progettazione partecipata del piano di sviluppo locale e del modello interpretativo e di ricerca.
Il complesso palinsesto culturale rintracciato nell’area, confermò che non era possibile presupporre la creazione di un generico museo o di un altro spazio espositivo, ma era essenziale dotarsi di uno strumento flessibile, capace di articolare un discorso interdisciplinare. Essendo un patrimonio vissuto e agito dalla comunità, esigeva inoltre un’interfaccia capace di garantire la diretta partecipazione della cittadinanza alle azioni di salvaguardia e valorizzazione.
Il luogo si configura, una volta conosciuto e interpretato, come importante risorsa da inscrivere in una visione progettuale partecipata e condivisa che ridefinisca e valorizzi questa rilevante porzione della città, ricca di significative permanenze dell’Antico, di valenze naturalistiche, di memorie del moderno e pratiche del contemporaneo, interconnesse con originali forme della convivenza.
La scelta ecomuseale
La presenza della triade “territorio”, “patrimonio”, “popolazione” ha fatto naturalmente pendere la scelta sulla struttura ecomuseale, l’unica in grado di garantire questi elementi.
Dalla fine del 2012 iniziò quindi un’attività di ricerca partecipativa volta all’individuazione dei temi di interpretazione e, parallelamente, un’attività di censimento collettivo delle risorse riconosciute come patrimonio locale. Nel frattempo l’attività vertenziale raggiunge il suo scopo e nel 2014 si iniziano le pratiche di blocco del Piano Particolareggiato Casilino che diventa ufficiale nel 2015 con il tombamento del progetto e la richiesta della formulazione di un nuovo piano.
Nel 2016 l’attività di ricerca viene completata e presentati i risultati in plenaria di fronte ad oltre 200 cittadini. Nell’estate del 2019 viene consegnato all’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Roma il piano d’assetto dell’Ecomuseo Casilino, esito del processo di progettazione partecipativa, e l’Assessorato ha avviato una procedura di ascolto e condivisione sul tema.
Il riconoscimento ufficiale
Nel 2019 l’Ecomuseo Casilino con determinazione del 7 ottobre 2019, n. G13389, della Direzione Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio, viene riconosciuto ufficialmente Ecomuseo di rilievo regionale e l’Associazione viene nominata gestore dell’Ecomuseo.