
Indirizzo
Largo Agosta, 10, 00171 Roma RM
GPS
41.891917440021, 12.558152882475
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Origini della Parrocchia
La parrocchia è stata eretta il 28 marzo 1963 con il decreto del Cardinale Vicario Clemente Micara “Ad uberius animarum” ed è stata affidata al clero diocesano di Roma. Il territorio, desunto da quello delle parrocchie di S. Maria Addolorata, di S. Maria della Misericordia e di S. Ireneo a Centocelle, è stato determinato entro i seguenti confini: “Via Prenestina da via Olevano Romano a Via Bresadola, che si percorre fino all’altezza di Via Giovanni Passerini, e che a sua volta si percorre per raggiungere la Via Tor de’ Schiavi – di qui si giunge fino all’altezza di Via delle Rose e se ne prende il suo proseguimento che divide la parte nuova dalla parte vecchia degli edifici dell’I.C.P.. Si prosegue quindi sino a congiungersi con il proseguimento ideale della Via Olevano Romano verso la quale ci si dirige attraversando la Via Anagni. Ci si ricongiunge con la Via Prenestina percorrendo tutta la Via Olevano Romano, tenendo presente che in questa ultima appartengono alla nuova parrocchia gli edifici di entrambi i lati”. La proprietà immobiliare è della Pont. Opera per la Preservazione della Fede e la provvista di nuove Chiese in Roma. Il progetto architettonico è di Francesco Fornari.
Fonte web: https://www.diocesidiroma.it/phpenti/ente/?ID=211
Enti presenti nel territorio della Parrocchia
Clinica Fabia Mater http://www.fabiamater.it
Comunità eucaristiche
Comunità delle Suore di Nostra Signora del Kilimangiaro http://www.sistersofkilimanjaro.org
Istituto comprensivo Via Anagni http://www.icviaanagni.edu.it
La chiesa del Santissimo Sacramento

Su Largo Agosta, di forma rettangolare con parcheggio interrato, riqualificato nel 2004 nell’ambito del progetto Pup (piano urbano parcheggi di M. Francipane) si erge la parrocchia del Santissimo Sacramento, fiancheggiata dal campanile. Eretta il 28 marzo del 1963 con decreto del cardinal vicario Clemente Micara, è stata costruita su progetto dell’architetto Francesco Fornari tra il 1966 ed il 1968 e consacrata il 5 maggio del 1968 dal cardinale Angelo Dell’Acqua. La facciata, in stile neoromanico, si presenta divisa in fasce alternate di colore diverso, dotata di rosone centrale e portico. Sui portali sono rappresentate scene dell’Antico e del Nuovo Testamento in rilievo su pannelli di rame. La struttura interna a pianta longitudinale, presenta un’unica navata con transetto ed un ampio presbiterio, diviso dalla restrostante cappella dell’Adorazione, per la messa feriale, da una vetrata trasparente. Gli affreschi della parete di fondo sono stati eseguiti nel 1994 dall’archimandrita Bartolomeo Florea e raffigurano la Trinità, che riprende l’icona omonima di Andrej Rublëv, il più grande pittore di icone del Quattrocento, considerato santo dalla chiesa ortodossa, san Pietro, la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, la Crocifissione, attorniata da Isaia, Ezechiele, Geremia e Daniele, l’Ultima Cena, San Paolo e la Cena di Emmaus. Sulle pareti icone moderne in legno con l’Annunciazione, la Presentazione al Tempio, e tutte le stazioni della Via Crucis. Il dipinto con Cristo adorato dagli angeli è di Antonio Cisterna, che lo ha realizzato nel 1906. Il 28 giugno del 2017 la parrocchia ottiene il titolo cardinalizio. Nel 2019 vengono collocate le nuove vetrate, quelle del transetto con i quattro evangelisti e quelle lungo la navata. Queste ultime rappresentano a sinistra i simboli dell’agnello mistico e del pane e del vino sotto forma di fasci di spighe e grappoli d’uva, quelle di destra riproducono l’episodio del Figliol Prodigo, la Madonna incinta adorata dai cristiani in quanto primo tabernacolo vivente, ed il Buon Samaritano. Su entrambi i lati le scene più importanti sono intervallate da vetrate che rappresentano la Croce issata sui sassi del Golgota. Da notare che le vetrate del lato sinistro sviluppano il tema di Dio che si rivela all’uomo e hanno una cornice azzurra, colore della divinità, mentre quelle sul lato opposto rappresentano la risposta dell’uomo a Dio e sono dotate di una cornice rossa, che rinvia al sangue di Cristo che si unisce a quello dell’uomo. Il 25 ottobre del 2020 è stata inaugurata la cappella del Perdono che si apre sulla parete sinistra, affrescata da Rodolfo Papa. Il nome della cappella si deve ad un trittico, con Madonna, Bambino e angeli, proveniente dalla soffitta di un monastero carmelitano, ma precedentemente appartenuto ad un uomo che, lungo il corso della vita, nonostante avesse studiato da seminarista, aveva perso la fede. Rimasto in contatto con una suora carmelitana, figlia di un suo amico, che gli aveva consigliato di recitare ogni giorno il Padre Nostro, ritrovò la fede e alla sua morte lasciò il trittico alle suore. I sacerdoti del SS.mo Sacramento hanno sempre chiamato questa immagine la Madonna del Perdono e per conferirle maggior importanza il parroco don Maurizio Mirilli gli ha dedicato una cappella destinata alle confessioni, commissionando gli affreschi al Papa che vi ha rappresentato la Pentecoste. Sulla volta il sole, simbolo di Dio attorniato da stelle, raffigurazione dello Spirito Santo che si irradia sugli apostoli, assumendo la forma delle fiamme di fuoco. Nel registro inferiore due angeli con sembianze femminili affiancano il trittico ligneo. Sullo sfondo la sagoma della parrocchia attorniata dai palazzi. Tra i simboli biblici, rappresentati anche sotto forma di animali e piante, nell’intradosso della finestra laterale sinistra il pittore ha dipinto illusionisticamente una mascherina appesa al muro con un chiodo, a testimonianza del momento tragico della pandemia, scoppiata a ridosso dell’inaugurazione della cappella. Alla Madonna del Perdono è anche dedicato il murales esterno all’abside, opera di Francesca Ciolfi, che lo ha eseguito con una tecnica particolare, prima l’immagine è stata dipinta a grandezza naturale, poi è stata proiettata con delle luci sul muro esterno absidale e quindi ricalcata in loco. Anche i muri interni del cortile dell’oratorio conservano dei murales sul tema della Creazione, realizzati dai giovani della parrocchia.
Scheda (a cura di) Rita Randolfi, in collaborazione con Ecomuseo Casilino
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