Memorie di Torpignattara. Relazioni sociali, affettività e retoriche della perdita

Nella memoria dei vecchi residenti, Torpignattara viene raccontata come un quartiere vitale e denso di relazioni sociali, ricco di attività commerciali, di rapporti interfamiliari e di occasioni di svago. Nonostante la sobrietà e la povertà delle condizioni materiali, negli anni del secondo dopoguerra lo spazio urbano appare caratterizzato da una fitta presenza di attività e di relazioni che segnano la memoria e producono un forte sentimento di affettività nei confronti del quartiere, alimentando un sentimento di perdita rispetto ai cambiamenti odierni.

Emerge una marcata divisione tra le due aree, quella di Torpignattara, più cittadina e commerciale, con la presenza del mercato giornaliero e la Marranella, più povera e socialmente stigmatizzata. Si vive e si lavora nel quartiere o nelle sue immediata vicinanze; anche i momenti di svago si passano nel quartiere o in quelli vicini come Centocelle, frequentando uno dei numerosi cinema o andando a ballare nelle case. Queste pratiche lavorative e sociali producono un forte sentimento di radicamento, mentre le relazioni tra le persone di diversa provenienza regionale che via via popolano il quartiere (pugliesi, umbri, marchigiani, siciliani), vengono ricordate come buone e solidali, nonostante le difficoltà economiche.

La memoria individuale e collettiva si plasma entro un orizzonte storico – quello della ricostruzione del secondo dopoguerra- che appare caratterizzato da un forte ottimismo, da un sentimento di miglioramento delle proprie condizioni e da valori che garantiscono le relazioni umane. Negli anni il quartiere si trasforma: la marana di via Cencelli viene coperta dalla costruzione di alcuni palazzi negli anni ’50, il “giro dell’anello” del tram elettrico scompare per lo sfondamento di una parte della via Casilina, che evita al tram di girare intorno ad un pezzo di quartiere per poter tornare verso Termini, ma successivamente iniziano a chiudere i cinema, molti dei negozi – grandi e piccoli – che fanno riferimento alle famiglie più note del quartiere chiudono e una parte dei residenti si trasferisce più a sud lungo la via Casilina, lasciando le strade più buie e sguarnite.