
Indirizzo
Via Pietro Rovetti, Roma
GPS
41.877871745771, 12.543860045697
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La tecnica di pettinatura a treccia è la pettinatura più diffusa tra le donne bangladesi e le donne immigrate residenti nel quartiere di Torpignattara conservano quest’usanza. Esistono vari tipi di treccia tradizionale: dalla treccia bassa, molto diffusa anche in Italia ad altre tipologia di treccia, note anche da noi ma considerate più elaborate. Una delle trecce più usate è la “french veni”, ossia treccia alla francese, formata tramite un aumento graduale della porzione centrale grazie alle sezione laterali, a loro volta gradualmente aumentate di volume. Questa pettinatura, molto diffusa in Bangladesh ed in India, è usata nel quotidiano ma anche in situazioni festive, in questo caso arricchita da un nastro colorato, inserito a partire da poco sopra la nuca. Questo tipo di treccia è usata in versione singola o doppia; le due trecce possono essere congiunte tra loro da un elastico. Esiste, inoltre, un’altra treccia molto usata in Bangladesh e meno usata dagli italiani: la “foglia di palma di dattero veni”, una treccia che ricorda l’effetto spiga di grano o lisca di pesce.
L’intrecciarsi i capelli costituisce per le donne bangladesi un tratto tradizionale di genere, molto vivo. Si riconosce e stima l’abilità delle brave esecutrici. Una bella treccia è sinonimo di “essere a posto” e di bellezza, mentre la treccia mal fatta può creare imbarazzo.
Scheda realizzata da Ecomuseo Casilino
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