L’Ecomuseo Casilino Ad duas Lauros: dalla storia al futuro, un nuovo Piano di assetto urbanistico per il Comprensorio Casilino

L’Ecomuseo Casilino Ad duas Lauros: dalla storia al futuro, un nuovo Piano di assetto urbanistico per il Comprensorio Casilino

Piano di assetto dell’Ecomuseo Casilino Ad duas Lauros – elaborato dall’arch. Romina Peritore (coordinamento) e dall’arch. Giulia Papa

L’Ecomuseo Casilino Ad duas Lauros nasce nel 2010 e si sviluppa a Roma nell’area del “Comprensorio Casilino – Ad duas Lauros”, area compresa tra il parco di Centocelle, sulla via Casilina, e Villa Gordiani, sulla via Prenestina, includendo via di Torpignattara, via di Acqua Bullicante e via Tor de’ Schiavi.

In esso sono ancora presenti alcune tracce dell’Agro romano e della storia di Roma (casali agricoli, orti, torri, mausolei, sepolcri, tracciati viari), anche se l’espansione urbana ha cambiato l’assetto del territorio. Fino ai primi del Novecento si potevano ancora distinguere le tenute agricole storiche della Campagna Romana ed ammirare preesistenze archeologiche ed ambientali, che oggi non sono più visibili, perché distrutte (Cabianca & Quilici, 1969).

Vista dall’alto della parte centrale del Comprensorio Archeologico Casilino ad Duas Lauros

L’Ecomuseo Casilino ed il quartiere di Tor Pignattara hanno al loro interno aree verdi pubbliche, come Villa De Sanctis, Villa dei Gordiani, Parco di Centocelle, ma anche aree private, dove ancora sono presenti casali e torri del paesaggio antico della campagna, costruiti su resti archeologici.

In questo contesto, l’attività e la progettualità dell’Ecomuseo Casilino hanno avuto inizio nel 2010, con lo scopo di contrastare una speculazione edilizia, che avrebbe fatto aumentare la densità edilizia e la perdita della qualità urbana dell’area, già densa. Siamo nella periferia est di Roma, in cui i quartieri, nati ad inizio Novecento hanno visto la presenza di varie migrazioni, prima interne dal centro sud d’Italia, poi esterne (bangladesi, cinesi, latinoamericani, ed altre nazionalità), la crescita di episodi di abusivismo, la formazione dei “borghetti” (borgate “spontanee”) della Marranella, di Villa Certosa, degli Angeli, Alessandrino, i Villini. Qui, i rischi connessi al progressivo consumo ed erosione del suolo sono e sono stati molteplici e vanno combattuti con la salvaguardia del sistema ambientale ed agricolo e la fruizione del patrimonio culturale ed archeologico per una riconfigurazione sistemica e strategica dei diversi paesaggi e dei contesti urbani in un’ottica sostenibile (Peritore, 2009).

L’Ecomuseo Casilino si è opposto alla speculazione dei costruttori, proponendo un piano condiviso di assetto del territorio urbano in cui l’importanza della conoscenza del proprio patrimonio culturale è stata la base per la costruzione di una comunità di abitanti dialogante (vecchi e nuovi abitanti) e per il ripensamento della pianificazione urbana di quest’area.

Il piano di assetto si muove in un’ottica di tutela e valorizzazione dei caratteri storico-naturalistici ed antropici della Campagna Romana, recuperando le relazioni tra aree urbanizzate e aree abbandonate, creando una visione condivisa dello spazio pubblico.

Nel 2012 è stata fondata l’Associazione per l’Ecomuseo Casilino Ad duas Lauros)2 che, tramite progetti culturali, promuove occasioni di confronto ed integrazione con le comunità migranti, come per esempio il Progetto Co.Heritage (2017-2018)3, finalizzato all’individuazione condivisa del patrimonio culturale di Tor Pignattara da parte delle comunità italiane e migranti della periferia est di Roma. In questo progetto, il patrimonio culturale e lo spazio pubblico sono stati gli strumenti per instaurare un dialogo interculturale e per conoscere e valorizzare le diversità e le similitudini nell’esperienza quotidiana del vivere urbano.

Le esigenze dei cittadini, i dati delle esperienze di uso degli spazi pubblici e le idee di riuso di questi ultimi sono confluiti nel lavoro di elaborazione del Piano di assetto dell’Ecomuseo Casilino – Comprensorio Casilino (arch. Romina Peritore e arch. Giulia Papa per Ecomuseo Casilino), il cui obiettivo è quello di riscoprire i valori patrimoniali materiali ed immateriali e storici dell’area urbana del Comprensorio Casilino per costruire insieme una visione strategica integrata di futuro, che sia lo specchio dei desiderata e delle esigenze di tutti gli abitanti (vecchi residenti, nuovi migranti).

Le numerose risorse storico-culturali, antropologiche, archeologiche, architettoniche, topografiche, paesaggistiche e naturalistiche, presenti nel Comprensorio Casilino4, sono state individuate dagli abitanti durante alcuni laboratori ed inserite in percorsi tematici relazionati tra di loro (il paesaggio agricolo e il percorso urbanistico-paesaggistico, il percorso archeologico, il percorso del sacro e della spiritualità, il paesaggio umano e il percorso antropologico, il paesaggio della creatività e il percorso artistico e culturale, il paesaggio della memoria e il percorso storico, il paesaggio enogastronomico).

Promuovere e realizzare il Piano di assetto dell’Ecomuseo Casilino Ad duas Lauros nel Comprensorio Casilino è una sfida di partecipazione e di attivismo per gli abitanti, un’opportunità di rinascita ambientale e sociale per il ripensamento di quartieri come Tor Pignattara, che oggi sono considerati periferici, ma che in realtà sono ricchi di patrimonio storico-culturale materiale e immateriale.

Nel percorso agricolo, urbanistico-paesaggistico si riscontrano numerose risorse paesaggistiche (Parco di Villa Gordiani, Villa De Sanctis, parco di Centocelle) ed urbanistiche (vie consolari Casilina e Prenestina, Acquedotto Alessadrino, quartiere dei villini di via Formia, borgate, chiese, monumenti, punti di riferimento come il Mausoleo di Sant’Elena, il Cinema Impero, piazze, luoghi d’incontro, ecc) e nell’area del Comprensorio Casilino si possono ancora ammirare scorci di campagna romana, anche all’interno del tessuto urbano, grazie alla presenza di casali, le torri e ciò che rimane dei campi coltivati, dei tracciati agricoli antichi e delle tracce delle zone pastorali. Il paesaggio naturalistico è dato dalla presenza di aree verdi di pregio e di valore storico, come Villa De Sanctis, Villa Gordiani e il Parco di Centocelle. Il paesaggio urbano è caratterizzato dalle trame viarie (vie consolari Casilina e Prenestina con le loro diramazioni ed i luoghi d’incontro), dagli elementi architettonici come i casali, le ville, le torri, i monumenti, le borgate, i quartieri, ecc.

In questa rete di paesaggi, la tematica progettuale che è scaturita dai vari laboratori svolti con gli abitanti è quella della ricucitura delle connessioni tra lo spazio urbano, i parchi, le piazze, le risorse ambientali e storico-archeologiche, lo spazio rurale e gli spazi abbandonati della città diffusa.

La proposta contenuta nel Piano di assetto dell’Ecomuseo Casilino è quella di creare un sistema di parchi archeo-agricoli urbani, di orti didattici, collegati da nuovi percorsi ciclo- pedonali, nei quali avviare politiche di gestione collettiva degli spazi aperti, in grado di sviluppare una rete di accessibilità elevata e di percorribilità delle risorse naturali e archeologiche di Roma est. Avviare la pianificazione e la realizzazione di percorsi ciclo- pedonali tra le aree verdi esistenti significherebbe valorizzare il rapporto tra storia e cultura (Agro romano, borgate storiche, Mausoleo di Sant’Elena, via Francigena), recuperando le strutture edilizie esistenti (casali agricoli) e sviluppandovi nuove attività legate al turismo sostenibile, alla formazione, con la creazione di nuovi posti di lavoro.

L’esperienza ecomuseale può fungere da stimolo al soggetto pubblico per attuare politiche di riqualificazione di tipo fisico-funzionale, alle quali dovrebbero affiancarsi l’elaborazione di nuove forme partecipate di governo delle trasformazioni urbane, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo locale

La salvaguardia del sistema agricolo garantirebbe l’avvicinamento della città alla campagna, tramite lo sviluppo di processi economici di tipo innovativo e autosostenibili (per es. l’agricoltura urbana a chilometro zero) e la produzione di qualità territoriale nella direzione di un assetto strategico integrato” (Peritore, 2017).

Il progetto di assetto urbano dell’Ecomuseo Casilino può far riscoprire le connessioni tra i sistemi del verde, dell’archeologia e dell’abitare, delineando la visione di una “nuova città”, di cui la rete degli spazi della naturalità rappresenta la struttura portante.

Promuovere e realizzare il Piano di assetto dell’Ecomuseo Casilino Ad duas Lauros nel Comprensorio Casilino è una sfida di partecipazione e di attivismo per gli abitanti, un’opportunità di rinascita ambientale e sociale per il ripensamento di quartieri come Tor Pignattara, che oggi sono considerati periferici, ma che in realtà sono ricchi di patrimonio storico-culturale materiale e immateriale.

L’esperienza ecomuseale può fungere da stimolo al soggetto pubblico per attuare politiche di riqualificazione di tipo fisico-funzionale, alle quali dovrebbero affiancarsi l’elaborazione di nuove forme partecipate di governo delle trasformazioni urbane. Il progetto di assetto urbano dell’Ecomuseo Casilino può far riscoprire le connessioni tra i sistemi del verde, dell’archeologia e dell’abitare, delineando la visione di una “nuova città”, di cui la rete degli spazi della naturalità rappresenta la struttura portante.

Il Comprensorio Casilino Ad Duas Lauros

Il Comprensorio Casilino, dove ricade l’Ecomuseo Casilino ha un’estensione di 143 ettari nel territorio del Municipio 5 del Comune di Roma ed è caratterizzato dalla presenza delle vie consolari Prenestina e Casilina (ex Labicana) e di aree verdi, che si sviluppano all’interno del Comprensorio denominato “Ad duas lauros”, area sottoposta a vincolo paesistico con D.M. del 21.10.1995 del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali. Esso è anche un’area di interesse archeologico ai sensi dell’Art. 1, lettera m, della Legge 431/1985. La parte meridionale del Comprensorio Casilino si attesta sulla Via Casilina, ed è compresa tra Via Capua, Via Labico e Via dei Gordiani. Si tratta di un’area di notevole importanza archeologica, sottoposta al vincolo archeologico della Legge 1089/39. In quest’area sono presenti il Mausoleo di S. Elena (denominato “Tor Pignattara” dalle anfore – pignatte – inserite nella volta per alleggerirla), le Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro, i resti di una basilica costantiniana adiacente al Mausoleo di S.Elena, i resti del cimitero degli Equites Singulares e alcuni tratti dell’antica via Labicana (oggi denominata Via Casilina).

Piano d’assetto Ecomuseo Casilino – Tavola dei vincoli

Arch. Romina Peritore per Ecomuseo Casilino ad duas lauros


[1]     Il concetto di Ecomuseo venne teorizzato fra la metà degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 del secolo scorso nell’ambito del movimento della Nouvelle Muséologie francese, e in particolare sotto l’impulso dell’etnologo e museologo George Henry Rivière e del lavoro del suo giovane collega Hugues De Varine. De Varine inventò, nel 1971, il termine “ecomuseo” per definire una serie di esperienze museali alternative sviluppate dalla nuova museologia a partire dalla metà degli anni ’60.

[2]     L’Associazione per l’Ecomuseo Casilino Ad duas Lauros è composta da un comitato scientifico, di cui chi scrive fa parte, e da numerosi cittadini. Negli anni ha coinvolto varie associazioni (in primis l’Osservatorio Casilino e il CdQ Tor Pignattara), creando un “Patto di rete” per la riqualificazione del quartiere di Tor Pignattara. Ringraziamo in particolare Emilio Giacomi di Italia Nostra per la consulenza preziosissima in particolare nell’analisi della vincolistica dell’area.


Relazione di arch. Romina Peritore [Fonte: Peritore R. (2018). Gli ecomusei: laboratori di produzione sociale del territorio e dello spazio pubblico, tra memoria e futuro. Il caso dell’ecomuseo Casilino ad duas lauros. In L. Ricci, & A. Battisti, V. Cristallo, C. Ravagnan (A cura di). (2018). Costruire lo spazio pubblico. Tra storia, cultura e natura. Urbanistica Dossier online n. 15. Roma: INU Edizioni.]

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