Come recita la legislazione (Codice Urbani) i BBCC hanno una loro riconoscibilità e possibilità di tutela in virtù della specifiche prospettive disciplinari. Alle distinte comunità scientifiche, presenti nelle università e nelle Soprintendenze, è affidata l’opera di individuazione e catalogazione. Sempre il Codice dei BBCC prefigura un ruolo nuovo e di inedito protagonismo che gli enti locali possono svolgere in questo settore, anche attraverso pratiche di sussidiarietà.
Con l’Ecomuseo Casilino si apre così una stagione di partecipazione e condivisione che costituisce una novità all’insegna della democrazia culturale.
La proposta di creare un’Ecomuseo urbano è dunque finalizzata in via generale a individuare, censire, interpretare, riconnettere in percorsi di fruizione il complesso delle risorse culturali materiali e immateriali presenti nell’area di interesse, ivi comprese le produzioni culturali immateriali delle comunità residenti di origine straniera che contribuiscono quotidianamente all’implementazione del complesso del patrimonio culturale dell’area.
Inoltre, creare un Ecomuseo urbano nell’area del “Comprensorio Casilino – Ad duas Lauros” (e quartieri limitrofi), intende ri-valorizzare le aree agricole, naturali e archeologiche contro il progressivo aumento dell’edificazione. Ciò richiede la necessità di ricercare alternative propositive al consumo di suolo anche attraverso il recupero delle tracce del patrimonio storico-architettonico e archeologico e la ricucitura delle connessioni esistenti tra città e campagna. Appare fondamentale realizzare un Ecomuseo urbano per riscoprire la campagna romana nel Comprensorio Casilino, nascosta e circondata da una città cresciuta a dismisura nel tempo.
L’Ecomuseo urbano è finalizzata a individuare, censire, interpretare, riconnettere in percorsi di fruizione il complesso delle risorse culturali materiali e immateriali presenti nell’area di interesse, ivi comprese le produzioni culturali immateriali delle comunità residenti di origine straniera che contribuiscono quotidianamente all’implementazione del complesso del patrimonio culturale dell’area
Il progetto dell’Ecomuseo urbano può far riscoprire le connessioni tra i sistemi del verde, dell’archeologia e dell’abitare delineando la visione di una “nuova città”, strutturata sulla rete degli spazi della naturalità. In tale prospettiva le iniziative si ispirano ai principi di sostenibilità ambientale: si nega qualsivoglia forma di consumo del territorio e pratica volta alla costruzione da zero, concentrando l’attenzione sul recupero dell’esistente ed in particolare dei casali storici e delle ville ottocentesche.
L’Ecomuseo è il primo passo del recupero dell’Agro romano accompagnato da uno processo di sviluppo sostenibile di agro-economie locali, come alternativa all’avanzamento disordinato dell’urbanizzazione che colpisce il territorio agricolo.
L’Ecomuseo si prefigge per migliorare la qualità della vita delle comunità locali attraverso azioni ad alto tasso di sostenibilità:
- creare un’infrastruttura verde capace di migliorare la qualità ambientale dell’area
- creare una rete produttiva agricola orientata all’uso consapevole delle risorse
- realizzare un progetto di valorizzazione culturale creando di fatto un nuovo settore economico-produttivo