l quotidiano “Il Tempo” ha riportato che l’area “Teano” è tra quelle papabili per la prossima localizzazione dello Stadio della Roma. Unico “neo” di questa possibile location è quello che viene definito “il rischio archeologico”. Già in questa frase c’è tutto il pressappochismo e la pochezza di chi valuta gli assetti urbanistici della nostra città: il patrimonio culturale non è visto come un valore, ma come un rischio. Veramente disarmante.
Giusto qualche giorno fa lanciavamo l’allarme che il silenzio della politica sulla pianificazione dell’ex SDO Casilino e sulle previsioni d’assetto dell’Anello Verde non lasciava presagire nulla di buono. Ed ecco puntuale la conferma. Come nel 2008 siamo tornati ad essere Cassandre, oppure semplicemente ormai conosciamo i nostri polli?
Ma spieghiamo questo fantomatico “rischio archeologico”. L’area in questione rientra in quelle di interesse archeologico (Art. 1, lettera m, della Legge 431 del 8.8.1985) ed è stato sottoposto a vincolo paesistico attraverso il D.M. del 21.10.1995 (Vincolo Ad Duas Lauros). L’area viene definita dal PTPR vigente come “Paesaggio naturale di continuità” nella Tavola A e “Area di notevole interesse pubblico” per “vaste località persone di interesse archeologico” nella Tavola B. Infine, l’area è inclusa nel perimetro dell’Ecomuseo Casilino, riconosciuto d’importanza regionale dalla Regione Lazio.
In buona sostanza parliamo di un territorio ricchissimo e importantissimo e, quindi, se c’è questo progetto in testa, diciamo subito che sarà battaglia. E sarà durissima. Punto.
Chiarita questa posizione e visto che ci avviciniamo rapidamente alle prossime elezioni, chiediamo con forza di sapere come si pongono le varie forze politiche su questa questione.
Al Comune di Roma e all’attuale giunta chiediamo a che punto siamo con l’approvazione in assemblea capitolina del SAG Anello Verde che, vista la situazione, auspichiamo avvenga in fretta perché, sebbene solo atto di indirizzo, pensiamo sia utile a mettere ulteriori paletti a questa scellerata ipotesi. Magari integrando la proposta fatta da noi nel percorso di partecipazione, ovvero inserire il parco urbano polifunzionale Teano-Maddaloni come obiettivo di pianificazione dell’area.
Alle altre forze politiche chiediamo se intendono orientarsi verso la continuità con l’approccio dell’Anello Verde, magari integrando la nostra idea di fare dell’area un grande parco archeologico-agricolo pubblico, oppure ci dicano se vogliono presentare un nuovo piano (magari la revisione del P.P. del 2002, corretto alla luce dei nuovi vincoli e delle nuove sensibilità ). Oppure ci dicano chiaramente se vogliono affogare l’area con una struttura sportiva che porterà migliaia di auto, traffico, cemento e pregiudicherà la qualità della vita degli abitanti.
A tutte le parti preghiamo solo di non venirci a parlare delle “opportunità” dello stadio in termini economici perché non siamo degli allocchi. Né di farci ragionamenti “vogliamo il verde, ma…” che sappiamo bene dove vanno a finire.
Ci sembrano delle domande chiare e semplici a cui pretendiamo risposte. Il tempo delle attese è finito.
Noi diciamo NO allo Stadio della Roma. E voi?
GLI ALTRI “NO” ALLO STADIO DELLE ROMA NEL COMPRENSORIO ARCHEOLOGICO AD DUAS LAUROS