Varie

Il sacrificio di don Raffaele Melis

Nel nostro precedente post dedicato al secondo bombardamento della capitale del 13 agosto 1943, abbiamo parlato del treno Diretto n. 92 proveniente da Lecce-Taranto-Bari, arrivato nella capitale proprio durante l’azione degli aerei Alleati. Per chi volesse approfondire i dettagli del terribile bombardamento della città eterna sotto trovate il link relativo:

Il secondo bombardamento di Roma

Nella tragica vicenda si inquadra quella altrettanto tragica di don Raffaele Melis, parroco della chiesa di Sant’Eleana protagonista del post odierno. Prima di entrare direttamente nella trattazione due parole sulla vita del sacerdote.

Nacque il 25 marzo 1884 a Genoni in provincia di Nuoro, dove frequentò le scuole elementari del paese, e quelle catechistiche della parrocchia con particolare profitto. L’indole buona del ragazzo lo fece pronosticare futuro sacerdote fin dal giorno della sua Prima Comunione.

Al suo paese poté conoscere l’opera degli Oblati di Maria Vergine e a 14 anni entrò nel Collegio-seminario dei Padri Oblati a Giaveno (Torino), e dopo tre anni vestì l’abito religioso dell’Istituto; compì l’anno di noviziato lodevolmente, e fece la sua Professione religiosa il 24 aprile 1905 a Pinerolo. Fu ordinato sacerdote a Roma dal cardinale Respinghi, l’11 aprile 1909, festa di Pasqua, nella Basilica di s. Giovanni Laterano. Nei primi anni di sacerdozio fu impegnato nella direzione dei collegiali dell’Istituto.

Padre Raffaele Melis.jpeg

Dopo i primi anni di sacerdozio passati nel collegio di Chiavari come assistente – a lui di deve il primo regolamento dell’istituto – fu mobilitato durante la prima guerra mondiale alla fine del 1915, e sino alla fine della grande Guerra, svolse un intenso apostolato negli ospedali militari come aiutante di un Capitano medico che lo volle sempre al suo fianco come prezioso collaboratore.

Dopo la guerra restò per circa quindici anni a Pisa, dove venne molto apprezzato per la sua parole forte, chiara, persuasiva e pratica. Fu invitato più volte a tenere i ritiri al clero e predicò durante l’Avvento e la Quaresima nel duomo di Pisa.

Quando nel 1930 fu portato a Pisa lo studentato teologico della Congregazione, padre Melis ne fu nominato prefetto. Nel 1936, per risolvere una situazione molto complicata, il Rettor Maggiore lo mandava parroco a Sant’Elena, a Roma, ufficio nuovo che padre Melis non conosceva e non aveva mai esercitato. Obbediente in tutto, come sempre, egli accettò, e nei sette anni che restò a Roma si fece molto apprezzare dalle autorità ecclesiastiche e dal popolo.

Si arriva cosi ai tragici anni della seconda guerra mondiale e ai bombardamenti che colpirono la capitale nel 1943, quando molte città italiane erano già da tempo sotto i bombardamenti alleati. Dopo il primo, quello del 19 luglio 1943, si profuse, con gli altri suoi confratelli religiosi, nel soccorrere le famiglie colpite e i feriti nelle case e negli ospedali.

Fu proprio durante la seconda ondata del 13 agosto 1943, che i bombardieri alleati sganciarono bombe anche sulla zona parrocchiale di sant’Elena. Alcune bombe caddero proprio sulla ferrovia davanti alla facciata della chiesa di sant’Elena, colpendo anche un treno proveniente da Lecce. Si trattava di un convoglio stracarico di militari, di civili, di sfollati dall’Africa Orientale Italiana.

Il treno, alle 11 del mattino, era fermo sulla ferrovia proprio dirimpetto alla chiesa di Sant’Elena, in attesa di poter entrare nella stazione Termini; i passeggeri erano quindi tutti in piedi e carichi dei loro poveri bagagli. All’improvviso piovvero bombe dal cielo e fu una carneficina. Alle urla dei feriti, accorse Padre Melis con l’Olio santo, scendendo come poté fra le macerie lasciate dalle bombe fra la strada e i binari stravolti e i vagoni squarciati.

Facendo la spola tra la chiesa e il treno mentre le bombe continuavano a cadere, trascinò in chiesa un imprecisato numero di feriti, alcuni dei quali grazie al coraggioso prete si salvarono. Tentò di salire su di un vagone pieno di altri feriti che gridavano, ma, messo piede sul predellino, altre bombe piovvero dal cielo, colpendolo a morte insieme agli altri che andava a soccorrere.

Colpito da una bomba, morì all’istante; aveva 59 anni, fu trovato alcuni giorni dopo, col volto squarciato, con l’Olio santo nella mano sinistra, e la mano destra rimasta in atto di amministrare il sacramento ai feriti a lui vicini, e morti con lui. Il pastore buono che dà la vita per le sue pecorelle!

Papa Pio XII, nell’apprendere il luttuoso episodio, definiva padre Melis:

“Lutto e gloria del benemerito istituto degli Oblati”

Nel 1995 è stata introdotta la sua Causa di beatificazione, mentre il suo corpo riposa nella chiesa di sant’Elena, oggetto di ininterrotta venerazione dei suoi parrocchiani, quei figli per i quali offrì la sua vita. Sul muro di cinta ferroviario, all’altezza della discesa di via del Mandrione sulla via Casilina, è posta una croce di travertino con sottostante lapide a ricordo del parroco.

Grazie per aver letto con tanta pazienza il nostro post, con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

La Guardia di Finanza, ha patrocinato sin dalla prima edizione, il Premio Letterario Nazionale di Poesia “Padre Raffaele Melis o.m.v”, arrivato alla 31ª edizione nel 2017 (già Giubileo d’Argento nel 2011), che è stato istituito nel lontano 1986 dal poeta-scrittore Domenico Di Lella, attuale presidente dell’omonima associazione, e Padre Ezio Bergamo allora Parroco di S. Elena Imperatrice, dove è sepolto Padre Raffaele Melis.

In suo nome è stata fondata a Roma nel 1989, l’Associazione Culturale “Padre Raffaele Melis”, senza scopi di lucro, che continua nell’opera di diffusione della memoria di Padre Raffaele supportando il Premio di Poesia a lui dedicato. La città di Roma gli ha intitolato una via nei pressi del luogo dove venne colpito, mentre Genoni, comune di nascita, una piazza, e l’Associazione Nazionale Nastro Azzurro gli ha assegnato la medaglia d’oro.

Grazie per aver letto con tanta pazienza il nostro post, con la speranza che vogliate continuare a seguirci anche in futuro Vi salutiamo e diamo appuntamento al prossimo.

 

 

 

 

3 risposte »

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Google photo

Stai commentando usando il tuo account Google. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.